Friday, January 12, 2007
sogni di gesso
In quell' aula stretta, curva, con le grandi finestre impolverate
le scie di gesso giacevano sulla lavagna
simile ad ombre bianche che si nascondono dal Sole.
Invisibili nei loro candidi splendori.
Ciò che pensavo, sentivo; ciò che avrei voluto dire in quel momento
era racchiuso tutto lì
nel muto di un'espressione immobile.
L'addetto alle pulizie arrivò con passo pesante e lento.
Cominciò a pulire la lavagna e arrivò al disegno.
Lo guardò, gli si fermò davanti per 3 istanti.
Osservò il tratto e la firma
secondo non so quale criterio.
Poi con sospiro d'indignazione
e con ritmo lento come il suo passo
portò il panno alla superificie
ed io potè sentire
ogni singola particella di polvere sulla lavagna
spirare.
Non mi restò che pensare a quanto la mia Arte
come i miei sogni tutti
fossero ancora tristemente ancorati all'aria
vaghi ed indefiniti
da poter rinascere in un piccolo gessetto d'illusione
e morire per un semplice panno
imbevuto di realtà fredda.
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