E se un altro ancora vi domandasse "com'è nato il blog", avreste le idee così chiare da saperglielo spiegare?
Io ci ho pensato spesso, ma non mi sono mai interessata realmente alla cosa.
Studiando però il mio modesto libro di Sociolinguistica, quello in cui mi sono imbattuta verso la metà inoltrata è stato davvero interessante!
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Da quì poi, è facile capire il felice passaggio alla navigazione nel Web, tanto è vero che il primo esempio su internet è da ricercarsi nell' America della seconda metà dei '90 sotto il nome di WEBLOG.
Quest' ultimo consisteva in una serie di link preferiti che rimandavano ad altri siti, secondo gli obiettivi dell' autore, organizzati per categorie e accompagnati da commenti.
Proprio per questa sua funzione di filtro della rete, questi siti erano stati chiamati fino al 1997 FILTER e poi WEBLOG, sino a che si è avuto l'irrimediabile adattamento al nome comune di BLOG.
Il blog, come il log, presenta come sappiamo dei contenuti aggiornati costantemente e disposti in ordine cronologico affinchè sia possibile trovare in cima alla pagina l'ultimo messaggio, quello nuovo da leggere.
Ma uno dei primi software on-line gratuiti semplici e veloci fu nel 1999 l'americano Blogger, seguito qualche anno dopo dalla risposta italiana con Splinder (2001).
La particolarità di questi blog è la facilità con cui si può diventare autore e amministratore di uno spazio interamente autogestito, senza dover dimostrare referenza alcuna o dover ricoprire una carica particolare, con la comodità della segretezza del proprio nome che si può sostituire con un nick.
L'importante è iscriversi, scegliere un modello da impostare, scrivere i propri testi in un apposito box e poi postare (pubblicare) il tutto con un semplice click.
Si viene a creare così un nuovo mezzo di valorizzazzione della cultura, dell'opinione pubblica e della democrazia: una voce per tutti in cui fra autori ci si contatta, ci si aiuta e ci si sostiene in una serie anche di rimandi.
A questo punto potremmo parlare di BLOGOSFERA, ovvero un luogo della rete costituito dall'insieme delle voci strettamente interconnesse fra di loro; un dialogo permanente e decentralizzato (oserei dire un mondo a parte) che gli americani hanno prontamente scelto di chiamare "the Big Conversation".
Secondo il modo d'uso dei blog, nel 2000 è stata fatta addirittura una differenziazione ad opera di Rebecca Bood, la quale parla di modello FILTER o JOURNAL INTIME.
Il primo, richiamandosi alle origini, è un' insieme di annotazioni e link a scopo informativo e quindi il prediletto dagli uomini.
Il secondo, invece, funge quasi da diario personale dove il blogger (l'autore) parla di sè e si esprime emotivamente. Naturalemente ad avere un blog così sono quasi tutte donne.
Potrei continuare con le differenziazioni di genere e l'identità della donna nel web che il cyberfemminismo ricerca ma questa, carissimi, non concerne ciò che ho appena spiegato fin' ora.
Se proprio siete curiosi... l'unico modo per approfondire è studiare la Sociolinguistica dalle fondamenta ai più complessi risvolti sociali che la riguardano.
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